Cantieri Alto Adriatico Sciarrelli Yawl - Nuovo arrivo

Splendido yacht progetto di Carlo Sciarrelli n 133 costruzione Alto Adriatico armo a yawl scafo composto da fasciame di due strati di mogano e il terzo strato esterno in teak, paramezzale in lamellare di iroko, ordinate in lamellare di acacia fasciame in tre strati primo interno longitudinale secondo diagonale a 45° terzo longitudinale esterno per un totale di 27 mm alberi in legno “Negli anni ’90 Carlo Sciarrelli assieme a Renato Pirota, armatore ma soprattutto suo grande amico, sceglie i suoi 20 progetti migliori, L’intento è quello di realizzare un libro e allestire una mostra. Il libro è “Carlo Sciarrelli, architetto del mare” – Comunicarte Edizioni Trieste – 2008. http://www.comunicarte.info/edizioni/index.php?cPath=22 La mostra ebbe luogo a Trieste presso il Museo del Mare nel 2008. Così si esprime Carlo Sciarrelli nel suo libro Lo Yacht - origine ed evoluzione del veliero da diporto a proposito dello yawl Isabella, da lui progettato nel 1999: “(alcune barche)...rappresentano la mia ricerca della barca \\\"zeitlos\\\", fuori dal tempo. Una barca bella, costosa ed amata non deve diventare ridicola dopo qualche anno, come succede ormai con le automobili, e, ahimè, sempre più spesso anche con le barche di serie. Sono di questi anni due miei quattordici metri bellissimi...”Dulcinea” e “Isabella”. ...gli interni si somigliano, due cabine doppie e un bagno. La differenza è nello scafo. Dulcinea, il cutter, è, come deve essere, più largo e pesente dello yawl. La barca a due alberi deve essere più stretta di quella ad un albero. Sono ridicoli certi ketch larghissimi che sono stati prodotti in serie negli ultimi anni. Il proprietario poi si lamenta che la mezzanella non porta mai e lui non la issa neanche più. Per forza, la barca larga deve nascere con un albero solo...se io la armo in maniera diversa sarà la barca a cercare da sola la sua attrezzatura naturale, scrollandosi di dosso quello che è sbagliato. Cosa che non succede di certo con lo yawl “Isabella” di quattordici metri.”

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